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TESTO Una storia fanta-ecclesiale

don Giovanni Berti

Santissima Trinità (Anno B) (07/06/2009)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

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Quando Gesù, appena risorto, apparve ai suoi amici e diede l’ordine di andare in tutto il mondo per fare discepoli tutti i popoli battezzandoli e insegnando i suoi comandi, i discepoli subito si divisero in due gruppi e partirono.

I due gruppi presero strade diverse e pian piano si allontanarono l’uno dall’altro senza mai ricongiungersi. Solo alla fine si ritroveranno in Paradiso a tirar le somme del lavoro fatto.

Il primo gruppo prese davvero sul serio e alla lettera le parole del Risorto.

“ Ci ha detto di fare discepoli tutti i popoli”, si ricordarono l’un l’altro, “e di battezzare insegnando tutto quello che ha comandato. E’ dunque importante che la nostra nuova fede si diffonda sempre di più, e che il numero di coloro che si proclamano cristiani sia sempre più grande. Bisogna che le chiese si riempiano, svuotando sinagoghe e moschee, e ogni altro luogo di culto diverso dal nostro. Ha valore e va insegnato solo quello che Gesù ha insegnato e che ci ha detto personalmente, tutto il resto è negativo e da combattere.”

Il gruppo divenne molto compatto e forte. Si organizzò in modo preciso e ben strutturato, in modo che la missione che portava avanti divenisse inarrestabile e inattaccabile. All’esterno il gruppo di missionari appariva ben distinto dagli altri e con modi di fare e divise subito riconoscibili. Era importante non essere confusi con chi non era parte del gruppo. Chi veniva convertito ed entrava a far parte del gruppo era onorato e difeso, continuamente gli veniva ricordato il passato di errore e il presente di salvezza.

Il gruppo, con il passar del tempo e con l’accrescersi dei membri, si costruì luoghi di ritrovo e di culto sempre più grandi in modo che anche dal punto di vista concreto, nelle città e nelle campagne, fosse evidente che il numero dei cristiani cresceva mentre gli altri invece diminuivano...

Il secondo gruppo di discepoli che quel giorno ascoltò le parole di Gesù Risorto prese una strada diversa e quasi subito se ne perse le tracce. Anche questi all’inizio si ritrovarono a ripensare le istruzioni ricevute, e pensarono: “Dobbiamo andare ovunque c’è un uomo e una donna. Non possiamo rimanere chiusi tra di noi. A Gesù è stato dato il potere e non a noi. Vi ricordate quando il Maestro ci chiamava amici e non servi? Un discepolo è quindi un amico e con l’amicizia dobbiamo insegnare quello che Gesù ci ha detto”

Partirono dunque e si mescolarono tra i popoli, con la convinzione che la promessa di Gesù “io sono con voi tutti i giorni” fosse sufficiente per non perdersi. Anche questo gruppo accrebbe sempre di più di numero, con sempre nuovi appartenenti che si facevano battezzare e diventavano cristiani, ma non si seppe mai il numero esatto e l’identità di tutti i componenti, perché era difficile identificarli subito da divise particolari o insegne. Si poteva riconoscere un discepolo solo standogli accanto per un po’ di tempo, perché dal suo stile di vita pian piano emergeva lo stile di Gesù. Infatti come metodo di predicazione non usavano forti parole ma i gesti e la vita...

... forse ho un po’ esagerato con questa storia. E’ vero.

Non sono bravo a scrivere storie, ma ho voluto immaginare con un po’ di fantasia cosa è successo all’inizio della predicazione guardando quello che oggi ho attorno.

Forse questi due gruppi oggi non esistono distinti, ma sono le due anime della stessa comunità dei cristiani. Forse sono i due estremi tra i quali oscilla il nostro modo di fare chiesa e di essere missionari: a volte siamo un po’ come il primo gruppo e a volte un po’ come il secondo.

Dove siamo noi? Dove sono io?

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