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TESTO Io sono con voi tutti i giorni

mons. Gianfranco Poma

Santissima Trinità (Anno B) (31/05/2015)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Celebrare la festa della Ss.ma Trinità significa lasciarci condurre da Gesù nell'intimità più profonda della sua esperienza di Dio per gustarla, condividerla e viverla. La Liturgia ci fa rivivere l'incontro di Gesù risorto con gli Undici: Matt.28,16-20 conclusione del Vangelo, è il brano nel quale convergono molte linee dell'A.Testamento dandogli una ricchezza inesauribile. Oggi dobbiamo lasciarci afferrare dalla grazia che opera in noi ciò che la Parola proclama.

"Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine dei tempi". Ogni pagina del Vangelo di Matteo, in una molteplicità di modi, proclama che "Dio è con noi", in Gesù, dall'inizio, nel bambino che nasce (1,23), alla fine, nel Signore risorto (28,20): la promessa di Dio, fatta ad Abramo (Gen.12) e continuamente rinnovata, di essere con il suo popolo, adesso è realizzata nell'evento storico di Gesù, nella sua carne di Figlio che nasce e nella sua fragilità umana che discende sino alla morte in Croce per lasciare spazio all'Amore ricreante dello Spirito. Adesso "Dio è con noi" non perché dall'alto della sua onnipotenza può risollevarci dalle nostre difficoltà se noi osserviamo la Legge, ma perché Lui, il Dio che è bontà, misericordia, Amore, è disceso, si è fatto uomo per essere totalmente con noi, in tutto, con tutto, in ogni momento. Con Gesù che muore affidandosi alle braccia del Padre, tutto, l'umano e l'intero universo, è pieno dell'Amore di Dio: "Io sono con voi, ogni giorno", l'Alleanza con Dio, la relazione con Lui, la comunione universale è realizzata.

Adesso noi, attuale comunità degli "Undici", siamo convocati da Gesù nella Galilea, sul monte, il luogo dove egli insegna, prega, guarisce i malati, manifesta la sua gloria ai discepoli: il monte è la Liturgia, dove la comunità riunita vive la propria esperienza di fede; la Galilea è il mondo nel quale siamo chiamati a vivere. Adesso Lui ci viene incontro e noi lo vediamo, risorto, nei segni della sua vita nuova: adesso noi lo adoriamo, eppure (non è forse vero?) nel nostro cuore rimane sempre il dubbio! È meravigliosa questa spietata verità del Vangelo nel mettere in luce la realtà del nostro cammino di fede, questo coesistere in noi della certezza della sua presenza e del dubbio: la fede non è una evidenza razionale, è l'affidarsi fiduioso all'Amore. Ed è ancora Lui che ci viene incontro, entra in relazione con noi e ci parla. Dice: "L'onnipotenza mi è stata data in cielo e sulla terra". A Lui che si è annientato nella morte, è stata data l'onnipotenza in cielo e sulla terra: l'onnipotenza è solo di Dio. A Gesù che si annienta è stato donato ciò che è solo divino, in un infinito scambio d'Amore che fa del rapporto tra Dio e l'uomo, l'impensabile abbraccio tra il Padre e il Figlio. Ma cos'è questa "onnipotenza" se non la relazione di Dio con l'uomo, vissuta, sentita, realizzata da un Dio che discende, si fa piccolo, s'incarna nell'uomo che può affidarsi all'infinito e gustarlo? È l'onnipotenza dell'Amore, l'abbraccio dell'infinito con il finito, sperimentato in un attimo di tempo in cui è racchiuso l'eterno. È l' "Io sono con voi ogni giorno, fino al compimento del tempo": ogni attimo è sempre una nuova esperienza in cui nella nostra vita di creature si fa presente la vita infinita di Dio. Con la nascita, la vita, la morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio è veramente tra noi e con noi: Colui che era ricco si è fatto povero per arricchirci per mezzo della sua povertà (2Cor.8,9). "Dio ha proferito dentro il mondo la sua ultima, la sua più profonda, la sua più bella parola, una Parola che non può più essere revocata, perché essa è l'atto definitivo di Dio, perché essa è Dio stesso nel mondo. E questa Parola dice: io amo te, mondo, e te, uomo." (K.Rahner) Noi oggi siamo i discepoli resi partecipi di questo onnipotente abbraccio d'Amore tra il Padre e il Figlio, che riempie di gioia, di luce e di vita il mondo: ogni giorno è un invito ad imparare a gustare l'Amore che ci è dato. Se nella nostra fragilità sentiamo irrompere l'onnipotenza dell'Amore infinito di Dio, non possiamo non portarne l'annuncio a tutti, non invitare tutti a farsi discepoli di un Maestro che ci dona e ci insegna l'Amore. Se il Vangelo di Matteo continua a mostrare Gesù che forma i suoi discepoli, adesso tutto raggiunge il suo compimento: il Maestro è Lui che rimane con noi ogni giorno, Lui l'esperto dell'Amore infinito, e i suoi discepoli sono coloro che nella storia complessa e difficile sperimentano e invitano tutti a non temere l'oscurità, ma ad immergersi (è il battesimo nuovo!) nell'oceano infinito dell'Amore e ad ascoltare la Parola di Colui che non sta più nell'alto dei cieli per imporci una Legge, ma è con noi per percorrere tutte le nostre strade, le felici, le ombrose e le amare, quelle veloci della gioventù e quelle che si fanno più lente della vecchiaia: egli ormai ha assunto tutto, per redimere tutto.

 

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