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TESTO Andando, battezzando, insegnando

don Luciano Cantini  

Santissima Trinità (Anno B) (27/05/2018)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Ogni potere
Gli apostoli tornano in Galilea e in poche parole si descrive la precarietà e la debolezza della situazione: sono rimasti in undici, azzoppati dal tradimento di Giuda, feriti dal peccato di Pietro, segnati dalla paura che li ha resi fuggitivi davanti alla croce; la Galilea, territorio di periferia, lontano da quelli che contano, luogo di commistioni e imperfezioni; se esteriormente si prostrano davanti al Signore di fatto sono accompagnati dal dubbio con un atteggiamento interiore ancora debole, dominato dalla insicurezza di chi non capisce ancora; mantengono una certa distanza perché è Gesù a farsi loro vicino.
Il quadro ben ci rappresenta come comunità cristiane, incerte e divise, immerse in società difficili e disorientate se non ostili, capaci di prostrarsi davanti al Risorto nella multiforme ricchezza dei culti ma interiormente lacerate dai dubbi nella continua ricerca di verità mai raggiunte.
Gesù sembra non preoccuparsi delle incertezze e dei dubbi dei suoi apostoli ma con solennità afferma a me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. È una affermazione necessaria per quei discepoli che ancora hanno davanti agli occhi l'immagine della spoliazione e della croce e che fa risuonare in loro la profezia di Daniele “Ecco apparire sulle nubi del cielo uno, simile a un figlio di uomo... Gli furono dati potere, gloria e regno; tutti i popoli, nazioni e lingue lo serviranno: il suo potere è un potere eterno, che non finirà mai; e il suo regno non sarà mai distrutto” (7,14).
È l'universalità del suo potere l'origine della missione affidata alla Chiesa pur nella sua debolezza e nell'incertezza o forse proprio perché debole e incerta.

Fate discepoli tutti i popoli
Il comando imperativo di Gesù è uno: fate discepoli tutti i popoli; questa è la Missione della Chiesa, da questo imperativo deriva il comando: andando, battezzando, insegnando (espressi in greco con il participio) termini che esprimono la modalità della missione. Andando, battezzando, insegnando, gli apostoli faranno discepoli i popoli mentre essi stessi diventano discepoli liberandosi dai dubbi e dalle incertezze di prima.
Cristo e il Vangelo sono la forza unificante di tutti i popoli (ethnos) se pur divisi da culture, origini, tradizioni; gli apostoli lo scopriranno presto così che Pietro afferma: In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto (At 10,34-35), mentre Paolo scrive: Qui non c'è più Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro o Scita, schiavo o libero, ma Cristo è tutto in tutti (Col 3,11) e Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù (Gal 3,28). Giovanni intravede davanti al trono dell'Agnello una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua (Ap 7,9).
È nella volontà di Dio e nella prospettiva della storia che si giunga al superamento di ogni separazione, così ogni divisione è originata dalle forze contrarie al Vangelo (il termine Diavolo deriva dal greco dia-ballon, colui che divide).

Andate
Dio è sempre novità, che ci spinge continuamente a ripartire e a cambiare posto per andare oltre il conosciuto, verso le periferie e le frontiere. Ci conduce là dove si trova l'umanità più ferita e dove gli esseri umani, al di sotto dell'apparenza della superficialità e del conformismo, continuano a cercare la risposta alla domanda sul senso della vita (Exultate et gaudete 135)

Battezzando
Letteralmente è immergendo nella stessa realtà di Dio che è Padre, Figlio e Spirito Santo, come una imbarcazione costruita sulla terra viene “battezzata” in acqua perché cominci a navigare. Nel battesimo si rinasce dall'alto (Gv 3,3), rigenerati dallo Spirito siamo da lui sospinti (cfr Gv 3.8) negli anfratti della storia, liberati dal condizionamento del peccato, partecipi del mistero di morte e resurrezione di Cristo (cfr Rm 6,3-4), membra del suo Corpo che è la Chiesa (cfr 1 Cor 12,12-13).

Insegnando
Il Battezzare trova continuità nell'insegnare (imprimere il segno, dare la Parola che salva) tutto ciò che vi ho comandato.
Il “popolo immerso nelle tenebre e ombra di morte” (Mt 4,16) è adesso immerso (battezzato) in Dio, nel suo amore e nella Salvezza della Parola. Non una dottrina, ma la comunione con Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

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